
Progetto Logos
METODO di STUDIO
Il lavoro proposto vuole promuovere un approccio che interagisca su tre dimensioni diverse:
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dimensione soggettiva, basata sull’autovalutazione degli allievi
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dimensione oggettiva, ossia la valutazione da parte degli insegnanti
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dimensione funzionale, finalizzata a incrementare il repertorio di abilità di autocontrollo .
Quando si ottengono risultati significativi ed apprezzabili anche in ambienti diversi dai contesti e dalle persone dell’intervento originale, si può dedurre una avvenuta “generalizzazione” del materiale acquisito. Tali risultati costituiscono una buona valutazione oggettiva.
Ma fondamentale è anche l’autovalutazione dell’allievo, cioè la consapevolezza della propria efficacia, e lo sviluppo di una autostima che deve essere di sostegno nei successivi ostacoli da affrontare. Inoltre è importante porre attenzione alle strategie cognitive utilizzate, come : porsi degli obiettivi e darsi delle istruzioni oppure voler perseverare nelle azioni intraprese, secondo le direttive dell’approccio meta-cognitivo , che deve portare i ragazzi ad essere il più possibile “gestori” dei propri processi cognitivi.
TECNICHE
Il ruolo dello psicologo deve essere quello di far acquisire comportamento più adattivi e di organizzare l’ambiente in modo che esso sia naturalmente rinforzante per le nuove condotte apprese, che cosi saranno maggiormente mantenute e impiegate nel tempo
Alcune delle tecniche che si prestano particolarmente a questo scopo sono:
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Task analysis (analisi del compito) ossia quell’insieme di passaggi che consentono di scomporre in sotto-obbiettivi più semplici e accessibili.
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Utilizzo di aiuti (“prompt”): l’acquisizione di un’abilità è facilitata anche dall’uso di istruzioni, aiuti gestuali, esempi e modelli , che aiutano il soggetto ad una approssimazione della risposta desiderata, in modo che possa sperimentare un risultato gratificante, che è importantissimo per il proseguo dell’apprendimento.
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Uso di modelli (“modeling”), si basa sull’apprendimento osservativo, che avviene quando il soggetto osserva un'altra persona , che esegue il comportamento in questione.
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Utilizzo delle tecniche di “shaping” e di “chaining” : sono entrambi tecniche che consentono di costruire un comportamento complesso, ma il primo si attua tramite il rinforzo sistematico di approssimazioni sempre più vicine al comportamento finale, mentre il secondo spiega il comportamento finale con il concatenamento di micro comportamenti molto più semplici da effettuare.
